Ormai nessun dubbio: questo studio, dell’Università di Stoccolma, dimostra che il siero, sopprimendo il meccanismo naturale di riparazione del DNA nel corpo – noto come NHEJ, o Non-Homologous End Joining – rende le persone altamente suscettibili a mutazioni cancerose devastanti anche se esposte a livelli molto bassi di radiazioni ionizzanti come l’esposizione alla luce solare o la mammografia.


Con NHEJ soppresso dalla proteina spike, il corpo non può più riparare il suo DNA danneggiato e le cellule mutano senza controllo, devastando l’intero corpo e provocando la disintegrazione genetica dell’organismo.
Lo studio che documenta tutto ciò è stato pubblicato sulla rivista MDPI “Viruses” ed è stato condotto da benemeriti scienziati universitari dai nomi cinesi

https://www.mdpi.com/1999-4915/13/10/2056

Abstract tradotto: “L’immunità adattativa svolge un ruolo cruciale nella lotta contro l’infezione da SARS-CoV-2 e influenza direttamente i risultati clinici dei pazienti. Studi clinici hanno indicato che i pazienti con COVID-19 grave mostrano risposte immunitarie adattative ritardate e deboli; tuttavia, il meccanismo con cui SARS–CoV–2 impedisce l’immunità adattativa rimane poco chiaro. Qui, utilizzando una linea cellulare in vitro, segnaliamo che la proteina spike SARS-CoV-2 inibisce significativamente la riparazione del danno del DNA, necessaria per un’efficace ricombinazione V(D)J nell’immunità adattativa. Meccanicamente, abbiamo scoperto che la proteina spike si localizza nel nucleo e inibisce la riparazione del danno del DNA impedendo il reclutamento della proteina chiave di riparazione del DNA BRCA1 e 53BP1 nel sito del danno. I nostri risultati rivelano un potenziale meccanismo molecolare mediante il quale la proteina spike potrebbe ostacolare l’immunità adattativa e sottolineare i potenziali effetti collaterali dei vaccini a lunghezza intera basati su spike.

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