Nell’annullare l’ordinanza prefettizia – che rigettava il ricorso di una cittadina che si opponeva a una sanzione amministrativa erogata nel periodo di limitazione alla libertà di spostamento -, si evidenziano le molteplici illegittimità attuate dal Governo Conte.



La Giudice Maria Cristina Ferraresi, in particolare, ha pronunciato la sentenza in base alle seguenti motivazioni:

“La limitazione ai diritti fondamentali (costituzionalmente garantiti) verificatosi nel periodo di emergenza sanitaria, è derivata non dalla diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2 in quanto tale, ma dall’adozione di provvedimenti normativi e amministrativi (DPCM) per il tramite dei quali (in ragione dell’esistenza di un’emergenza sanitaria), è stata compressa – ed in alcuni casi finanche abolita – parte delle libertà fondamentali concesse al singolo individuo, accordategli sia della Carta Costituzionale che dalle Convenzioni Internazionali. Vennero compresse la libertà di circolazione, la libertà di riunione, la libertà religiosa, il diritto/dovere all’istruzione, la libertà di iniziativa economica, l’inviolabilità del domicilio, la libertà personale al movimento”.
“Neanche una legge (o un atto normativo avente Forza di legge come il decreto-legge) potrebbe giammai prevedere (in via generale e astratta) l’obbligo della permanenza domiciliare disposta nei confronti di una pluralità indeterminata di cittadini […]”, considerato che l’art. 13 Cost. postula una doppia riserva (di legge e di giurisdizione), figuriamoci un DPCM.

https://sindacatodazione.com/2022/07/23/giudice-di-piacenza-calpestati-i-diritti-costituzionali/

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