L’epidemia nascosta dell’aria tossica in cabina e le verità silenziate che perseguitano l’aviazione moderna.

L’industria aeronautica afferma con orgoglio che viaggiare in aereo sia “il modo più sicuro di viaggiare”. Tuttavia, questa narrativa nasconde una verità di lunga data e inquietante: fin dalla sua nascita, il settore ha esposto passeggeri ed equipaggio ad aria tossica a causa di una progettazione degli aeromobili fondamentalmente difettosa, anteponendo il profitto alla sicurezza delle persone.

L’industria aeronautica sostiene che volare sia “il modo più sicuro di viaggiare”, ma questa narrativa nasconde una verità inquietante: sin dagli anni  ’60, passeggeri ed equipaggi sono esposti a aria tossica a causa di un difetto strutturale negli aerei, scelto per ridurre i  costi.

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Il Sistema “Bleed Air”: Un Pericolo Progettuale

L’aria in cabina è un mix di aria riciclata (filtrata) e “bleed air”, prelevata direttamente dai compressori dei motori a reazione. Questo sistema, introdotto nel 1963, sostituì un design più  sicuro (aria esterna filtrata) per risparmiare. Il bleed air può contenere:

  • Oli sintetici per motori (organofosati come il TCP, simile al Sarin)
  • Idrocarburi aromatici e altri sottoprodotti tossici generati dall’alta temperatura.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avvertito già nel 1990 che questi composti sono “rischi gravi per la salute umana”, con effetti neurologici, immunitari e respiratori.

Fume Events: Un Fenomeno Sottostimato

Si stima che 1 volo su 100 subisca un “fume event” (episodi di contaminazione dell’aria), ma i dati reali potrebbero  essere maggiori. Gli unici aerei sicuri sono i Boeing 787 Dreamliner (5% della flotta globale), che utilizzano compressori elettrici  per aria esterna.

Aerotoxic Syndrome: La Sindrome Negata

Identificata nel 2000, questa condizione colpisce soprattutto gli  equipaggi, con sintomi acuti (visione offuscata, tremori, nausea) e cronici (stanchezza cronica, danni neurologici, sensibilità chimica). 

Piloti hanno mostrato  tracce di sostanze tossiche nel sangue, ma l’industria nega ogni collegamento, attribuendo i sintomi al jet lag.

Copertura e Inerzia Normativa

Documenti interni Boeing rivelano che l’azienda era a conoscenza dei rischi già negli anni ’70. Nonostante casi tragici come quello del pilota Richard Westgate (morto a 43 anni per esposizione cronica), non esistono sensori chimici obbligatori in cabina, e gli eventi sono spesso non segnalati.


Riassumendo

  1. Il sistema bleed air contamina l’aria in cabina con oli sintetici e organofosati.
  2. Nessun filtro è presente per bloccare queste sostanze.
  3. Esposizione acuta: Sintomi neurologici (confusione, tremori), respiratori e cardiaci.
  4. Esposizione cronica: Danni al sistema nervoso, immunitario ed endocrino (Aerotoxic Syndrome).
  5. Sottostima dei fume events: 1% dei voli dichiarato, ma dati reali più alti.
  6. Mancanza di regolamentazione: Nessun obbligo di sensori chimici o standard di  qualità dell’aria.
  7. Strategia industriale: Negazione del problema, attacchi legali ai dipendenti malati.
  8. Boeing 787: Utilizza aria esterna non contaminata, ma non è pubblicizzato per  non ammettere i difetti degli altri modelli.
  9. Alternative: Filtri per bleed air, oli meno tossici (es. NYCO), sensori in  cabina.
  10. Consapevolezza dei passeggeri: Richiedere aerei più sicuri (es. Boeing 787).
  11. Attivismo: Supportare documentari e gruppi come l’Aerotoxic  Association.


Mentre prenotiamo i biglietti per le vacanze estive, pochi sanno che  respirare in volo può essere un rischio invisibile. L’industria  aeronautica nasconde da decenni un pericolo progettuale: l’aria che  respiriamo in  cabina è contaminata da sostanze tossiche,  con effetti devastanti sulla  salute.

1. Come Funziona (Male) l’Aria in Cabina

Gli aerei moderni usano il sistema “bleed air”, che preleva aria dai motori. Questo metodo, scelto per risparmiare,  mescola aria riciclata con vapori di oli sintetici contenenti TCP, un organofosato neurotossico.  Senza filtri,  queste sostanze entrano nei polmoni di passeggeri ed equipaggi.

2. L’Epidemia Silenziosa: Aerotoxic Syndrome

Piloti e hostess riferiscono sintomi come perdita di memoria, stanchezza cronica e danni neurologici. Il caso del pilota Richard Westgate, morto giovane dopo anni di esposizione, è solo la punta  dell’iceberg. Studi confermano che il 50% degli equipaggi soffre di problemi di  salute legati all’aria tossica.

3. Perché Non Cambia Niente?

  • Interessi economici: Riconvertire le flotte costerebbe miliardi.
  • Mancanza di regole: Le agenzie di sicurezza ignorano il problema, mentre le  compagnie aeree contestano ogni causa.
  • Disinformazione: I sintomi sono spesso scambiati per stress o jet lag.

4. Cosa Possiamo Fare?

  • Scegliere Boeing 787: L’unico aereo con aria pulita.
  • Diffondere la consapevolezza: Condividere articoli e documentari come Unfiltered Breathed In.
  • Esigere trasparenza: Petizioni per norme più severe sulla qualità dell’aria.

Per concludere
Respirare non dovrebbe essere un rischio. È ora di sollevare il velo  sull’”amianto del cielo” e pretendere un’aviazione sicura per tutti.

Fonti: Aerotoxic Association, WHO, documentario “Unfiltered Breathed In”.

Ecco i link alle fonti principali citate nell’articolo, dove disponibili:


1. Documento dell’OMS (1990) sul Tricresyl Phosphate (TCP)


2. Documentario “Unfiltered Breathed In – The Truth About Aerotoxic Syndrome”


3. Aerotoxic Association


4. Database GreenMedInfo sull’Aerotoxic Syndrome


5. Boeing 787 Dreamliner e Dichiarazione GCAQE (2014)

  • Dichiarazione del Global Cabin Air Quality Executive (GCAQE)Archivio stampa

6. Articolo Scientifico Fondamentale (2000)


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  • Episodio di 60 Minutes: Come indicato nell’articolo, il episodio originale è stato rimosso. Una versione archiviata è consultabile tramite Wayback Machine cercando l’URL originale.
  • Studi specifici su fume events: Molti rapporti tecnici e dati epidemiologici sono accessibili solo  tramite database accademici (es. PubMed, ResearchGate).

Altre Risorse Utili

  • Libro Consigliato“Toxic Cockpit” di Susan Michaelis (ex pilota e attivista).
  • Petizioni per l’aria pulita in voloChange.org – Safe Cabin Air.

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