Ha solo 16 anni e che quindi la filosofia non la conosce, infatti il post è un attacco contro il mondo accademico e giornalistico che esibisce un’ignoranza filosofica preoccupante che è il sintomo principale del degrado sociale e culturale che viviamo ormai da anni.

Ci sono articoli col titolo sensazionalistico come questo, in cui si parla di questa ragazza che avrebbe vinto le olimpiadi di filosofia dicendo che non esiste il logos perché chiunque ha delle proprie opinioni e le persone pensano ognuno in modo diverso.
1) COS’È IL LOGOS?
Il Logos (lista di frammenti di Eraclito), è la struttura razionale che regola e sostiene la realtà stessa (fr 1). Oggi possiamo dire che il logos può coincidere in parte con le leggi della fisica, ma anche con leggi ontologiche che regolano il reale. Una di questa è il “principio di Parmenide” secondo il quale l’essere è e non può non essere.
Eraclito individua un piano oggettivo del reale che rimane immutabile e la sua immutabilità consente a tutto il resto della realtà di cambiare (fr 30). È Eraclito stesso a dire che la diversità delle opinioni si fonda sull’unico Logos, e che se non ci fosse, sarebbe anche impossibile il pluralismo delle opinioni. Egli si scagliava contro quei sapienti che seppur molto colti, non riuscivano a cogliere questa dimensione unitaria del reale (fr 40,41,50,56,57). Eraclito sosteneva che il Logos si può scoprire con la dialettica notando che le opposizioni semantiche si rovesciano in opposizioni ontologiche, e che quindi vi è un piano comune che consente agli opposti di esistere.
2) FANNO VINCERE CHI COMPIE FALLACIE LOGICHE
Un bravo filosofo dovrebbe innanzitutto evitare di compiere fallacie logiche. Per il filosofo la logica è l’equivalente della statistica per lo scienziato. Che abbiano fatto vincere una tesi banale e da bar “siamo tutti diversi e non esiste il logos” indica che chi valuta questi studenti non ha la minima idea che persino Platone, nel Teeteto, aveva confutato la fallacia relativistica e che Aristotele ha ripetuto la medesima confutazione nella parte dell’Organon che si chiama “confutazioni sofistiche”. In breve la loro confutazione è così: se tu dici che tutto è relativo e non esiste la verità, questo che stai dicendo è già una verità.
3) IL TRIONFO DEL POST-MODERNO
Far passare che la verità non esiste e che tutto è relativo alla diversità antropologica, è il miglior modo di far avanzare il post-moderno con la sua idea che non esistendo un piano comune del reale è inutile parlarne e che i gusti o i desideri delle persone siano anteriori ad esso. È il primo modo per giustificare ad esempio il covidiota, dicendo che la sua posizione va condivisa perché va rispettata la sua paura per il virus. Alle nostre proteste in merito alla comprovata inutilità delle museruole, vaccini etc. ci vien risposto che siccome non esiste la verità, dobbiamo rispettare i suoi sentimenti. Così come vale per quelli che dicono di identificarsi in una determinata cosa e dobbiamo trattarli così per non offenderli.
La filosofia non è inclusività, ma critica spietata.
CONCLUSIONE
Questo tipo di pensare è veramente molto pericoloso, perché non siamo tutti diversi e i nostri pensieri non sono monadi senza finestre immuni all’influenza altrui. Se non ammettiamo che esiste una realtà oggettiva diventiamo tutti vittima della propaganda e non possiamo in alcun modo combatterla.
Se non esistessero gli articoli scientifici che basandosi sulla realtà dei fatti confutano il culto del vaccino, tutti noi adesso che fine avremmo fatto? Se non ci stavano giornalisti indipendenti che andavano nel Donbass a vedere cosa davvero succedeva, come facevamo a sapere la verità sul conflitto in Ucraina? Lo stesso desiderio di ricercare una controinformazione implica l’esistenza di una realtà oggettiva.


