La parola “trial” deriva dall’anglofrancese “trier” e sta per “atto o processo di verifica, messa alla prova mediante esame, esperimento, ecc.” (https://www.etymonline.com/word/trial).

Curiosamente, esiste anche il termine “mistrial”, in cui il prefisso “mis” di origine germanica con significato di “cattivo, sbagliato” significa “una verifica il cui esito è viziato da errori”.
Non è possibile definire in altro modo il pasticciatissimo studio del vaccino covid Pfizer nei bambini da 6 mesi a 5 anni di età che la FDA ha esaminato pubblicando quindi il proprio consueto report riassuntivo (https://www.fda.gov/media/159195/download).
Un dettagliato resoconto delle falle dello studio è reperibile qui (https://tobyrogers.substack.com/p/the-pfizer-clinical-trial-in-kids?s=r), e tuttavia bastano queste due tabelle riassuntive dell’efficacia vaccinale contro il covid a testimoniare come non ci sia alcun effetto clinico apprezzabile: l’efficacia, comunque sempre bassa, oscilla entro valori (nelle parentesi) che comprendono sistematicamente lo zero. A dire che se va bene non fa nulla.
E malgrado questo il report FDA conclude che conviene comunque vaccinare. Prendendo atto dell’assenza di evidenza sostanziale nel (mis)trial (che l’han fatto a fare?) e riducendosi a citare in bibliografia i discutibili dati osservazionali “real world”. Volontà politica vs evidenza scientifica 4 – 0. Quattro come gli anni dei bambini più cresciuti sottoposti al trattamento e zero come l’evidenza prodotta.


