Introduzione
Nel mondo moderno, siamo abituati a cercare una soluzione farmaceutica per quasi ogni disturbo. Mal di testa, ansia, dolori cronici: per ogni problema sembra esistere una pillola specifica. Questa dipendenza quasi totale dai farmaci è diventata una normalità così radicata che raramente ci fermiamo a chiederci come siamo arrivati a questo punto. Perché le pratiche olistiche e le cure naturali, che per millenni hanno rappresentato la principale forma di medicina, sono oggi relegate al ruolo di semplici “alternative”?
La risposta non risiede in una naturale evoluzione della scienza, ma in una storia poco conosciuta che ha avuto luogo più di un secolo fa.
È una storia di potere, profitto e acume strategico, orchestrata da uno degli uomini più ricchi e influenti della storia: John D. Rockefeller. Quella che segue è la cronaca di come un impero petrolifero ha deliberatamente smantellato la medicina naturale per costruire le fondamenta di un sistema medico basato su farmaci brevettabili, dando vita all’industria che oggi conosciamo come Big Pharma.
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1. Dalle Raffinerie di Petrolio alle Pillole Brevettate: la Genesi di un Monopolio
All’inizio del XX secolo, John D. Rockefeller non era solo un uomo d’affari di successo; era un monopolista. Attraverso la sua Standard Oil Company, controllava il 90% di tutte le raffinerie di petrolio negli Stati Uniti, un impero che in seguito si sarebbe frammentato in colossi come Chevron, Exxon e Mobil. In quel periodo, una scoperta scientifica stava cambiando il mondo: la capacità di creare “prodotti petrolchimici”, ovvero un’infinita varietà di sostanze chimiche sintetiche derivate dal petrolio.
Rockefeller, con il suo fiuto per gli affari, vide un’opportunità di portata storica. I prodotti petrolchimici potevano essere utilizzati per creare farmaci. A differenza delle erbe e dei rimedi naturali, queste nuove sostanze chimiche sintetiche avevano un vantaggio decisivo: potevano essere brevettate. Un brevetto significava esclusività, controllo del mercato e, soprattutto, profitti enormi e costanti. Le piante medicinali, essendo doni della natura, non potevano essere brevettate e non offrivano le stesse prospettive di guadagno.
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Tuttavia, c’era un grande ostacolo sul suo cammino.
All’epoca, la medicina naturale e olistica era estremamente popolare in America. Quasi la metà dei medici e delle università mediche praticava approcci che utilizzavano le conoscenze tradizionali europee e dei nativi americani. L’acume di Rockefeller gli permise di vedere ciò che altri non vedevano: la possibilità di monopolizzare simultaneamente l’industria petrolifera, chimica e medica. Per trasformare questa visione in realtà, però, era necessario un passo preliminare e spietato: sradicare il sistema medico esistente. Questa consapevolezza pose le fondamenta per la strategia che sarebbe stata attuata con precisione chirurgica negli anni a venire.
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2. Il “Rapporto Flexner”: L’Arma Usata per Sradicare la Concorrenza
Per smantellare un sistema medico così radicato, Rockefeller e il suo alleato, il magnate dell’acciaio Andrew Carnegie, adottarono una classica strategia di “problema-reazione-soluzione”: creare un problema, spaventare il pubblico e poi offrire una soluzione pre-pianificata. Lo strumento scelto per questa operazione fu il cosiddetto “Rapporto Flexner”, pubblicato nel 1910.
Per attuare il suo piano, Rockefeller assunse Abraham Flexner, il cui lavoro culminò nel celebre “Rapporto Flexner”. Ufficialmente commissionato dalla prestigiosa Carnegie Foundation e finanziato anche da JP Morgan e dalla stessa American Medical Association (AMA), il rapporto era l’arma designata per la trasformazione. Lo scopo non era una valutazione oggettiva e imparziale, ma screditare gli approcci non allineati con la visione di Rockefeller e imporre un unico standard medico, basato esclusivamente sull’uso di farmaci e radiazioni.
L’impatto del Rapporto Flexner fu devastante e inesorabile. Sebbene il rapporto avesse preso in esame 155 scuole mediche ufficiali, il suo impatto si estese a tutto il settore, portando alla chiusura della maggior parte delle oltre 650 istituzioni dedicate alla salute, incluse quelle di omeopatia, fitoterapia e altre discipline naturali. In pochi decenni, rimasero solo 50 scuole allineate al nuovo standard. Pratiche come l’omeopatia, la fitoterapia, la chiropratica e l’osteopatia furono pubblicamente derise e demonizzate. La campagna fu così aggressiva che i loro praticanti vennero emarginati e, in alcuni casi, persino incarcerati. Con questa manovra, il pluralismo medico americano fu di fatto smantellato, lasciando campo libero a un unico modello industriale.
3. La Filantropia come Strumento di Potere: Comprare un Intero Sistema Medico
Eliminata la concorrenza con il “bastone” del Rapporto Flexner, Rockefeller utilizzò la “carota” per assicurarsi che il nuovo sistema medico si consolidasse secondo i suoi desideri. Questo secondo passo fu attuato attraverso un’arma tanto potente quanto insospettabile: la filantropia. Rockefeller donò oltre 100 milioni di dollari (una somma astronomica per l’epoca) a college e ospedali attraverso un gruppo di facciata chiamato “General Education Board”.
Questi enormi finanziamenti, provenienti dai forzieri di Rockefeller, Carnegie e JP Morgan, non erano incondizionati. Erano destinati esclusivamente alle scuole che si impegnavano ad adottare un curriculum basato sull’uso esclusivo di farmaci brevettati. Istituzioni prestigiose come Yale, Princeton e Stanford ricevettero milioni di dollari e prosperarono, mentre le scuole che continuavano a insegnare cure naturali, private di fondi e screditate, furono costrette a chiudere per mancanza di iscritti e di risorse.
Anche la ricerca scientifica fu completamente reindirizzata. Gli scienziati non ricevevano più sovvenzioni per studiare le proprietà curative delle piante in sé, ma per un obiettivo molto più specifico: identificare il principio attivo di una pianta, ricrearlo in laboratorio in una forma chimica leggermente diversa — quel tanto che bastava per renderlo brevettabile — e trasformarlo in un farmaco. In questo modo, l’intera formazione medica e la ricerca scientifica furono omogeneizzate e messe al servizio di un modello industriale. La medicina moderna era nata, e il suo mantra divenne una semplice, ma estremamente redditizia, equazione:
‘Una pillola per un malato’
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Un’Eredità da Mettere in Discussione
La trasformazione della medicina americana non fu un caso, ma il risultato di una strategia industriale a tre fasi. Iniziò con l’identificazione di un’opportunità di profitto senza precedenti nei derivati del petrolio; proseguì con l’eliminazione sistematica della concorrenza tramite l’arma accademica del Rapporto Flexner; e si concluse con il consolidamento del nuovo paradigma attraverso l’uso strategico della filantropia, che plasmò intere generazioni di medici.
Questa consapevolezza non nega i progressi e i benefici che la medicina moderna ha portato, ma ci obbliga a una riflessione più critica. Sapendo che le fondamenta del nostro sistema sanitario sono state costruite non solo sulla scienza, ma anche su una strategia di monopolio industriale, come cambia la nostra percezione della sanità odierna e del nostro rapporto con la salute? Riconoscere queste origini è il primo passo per rivendicare un approccio più integrato e consapevole al nostro benessere.
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Il Rapporto Flexner: Come Rockefeller e Carnegie Ridisegnarono la Medicina Moderna
1. Introduzione: Le Radici Storiche di “Big Pharma”
Per comprendere il moderno sistema medico, spesso dominato dall’industria nota come “Big Pharma”, è essenziale tornare indietro nel tempo, a un evento storico cruciale che ne ha plasmato le fondamenta. L’attuale enfasi sulla farmacologia non è nata dal nulla, ma è il risultato di una trasformazione radicale avvenuta all’inizio del XX secolo. Lo scopo di questo documento è spiegare in modo chiaro e semplice cosa fu il Rapporto Flexner del 1910 e come questo singolo evento abbia gettato le basi per la medicina basata sui farmaci che conosciamo oggi.
2. Il Mondo Prima del Rapporto Flexner: Un Mosaico di Cure
Attorno al 1900, il panorama medico negli Stati Uniti era un sistema diversificato e decentralizzato, molto diverso da quello attuale. Prima della standardizzazione, la medicina era un vero e proprio mosaico di approcci e filosofie. I tre aspetti più significativi di quell’epoca erano:
• Popolarità della Medicina Naturale: Le medicine a base di erbe e i rimedi naturali godevano di enorme popolarità. Questo approccio si basava su un vasto bagaglio di conoscenze provenienti sia dalla tradizione europea sia dalla saggezza dei Nativi Americani.
• Diversità delle Pratiche Mediche: Non esisteva un unico dogma. Quasi la metà dei medici e dei college medici praticava la medicina olistica. Scuole di pensiero molto diverse coesistevano e prosperavano, tra cui l’omeopatia, la chiropratica, l’osteopatia e la fitoterapia (la cura con le piante).
• Abbondanza di Istituti di Formazione: A testimonianza di questa pluralità, esistevano oltre 650 facoltà di medicina nei soli Stati Uniti, ognuna con un proprio approccio all’insegnamento e alla cura.
Tuttavia, questo equilibrio plurale era nel mirino di nuove forze industriali, pronte a demolirlo per imporre un modello unico e centralizzato.
3. La Nascita di un Nuovo Potere: Petrolio, Chimica e Monopolio
La trasformazione del sistema medico non fu un’evoluzione spontanea, ma il risultato di una precisa strategia economica guidata da alcuni degli uomini più potenti dell’epoca.
3.1. L’Ambizizione di Rockefeller: Un Impero Oltre il Petrolio
Al centro di questa rivoluzione c’era la visione di John D. Rockefeller. La sua strategia si basava su due pilastri fondamentali:
1. Il suo controllo quasi totale sull’industria petrolifera. Attraverso la sua compagnia, la Standard Oil, Rockefeller controllava il 90% di tutte le raffinerie di petrolio degli Stati Uniti.
2. La sua intuizione nel vedere la scoperta dei “prodotti petrolchimici” come un’opportunità senza precedenti. Capì che dal petrolio si potevano creare sostanze chimiche sintetiche da cui derivare farmaci. L’aspetto più importante era che questi nuovi prodotti, a differenza delle erbe e delle cure naturali, potevano essere brevettati e venduti per alti profitti, permettendogli di monopolizzare non solo l’industria petrolifera e chimica, ma anche quella medica.
3.2. L’Alleanza Strategica e il Piano d’Azione
Per eliminare la concorrenza rappresentata dalla medicina olistica e naturale, Rockefeller si alleò con un altro magnate, Andrew Carnegie, che aveva costruito il suo impero sull’industria siderurgica. Insieme, adottarono una strategia definita “problema-reazione-soluzione”: creare un problema per spaventare le persone e poter così offrire una soluzione già pianificata, ovvero un sistema medico standardizzato, centralizzato e sotto il loro controllo.
Per l’attuazione di questo piano, era necessario uno strumento che avesse un’apparenza autorevole e scientifica: un rapporto ufficiale.
4. Il Rapporto Flexner: Lo Strumento della Rivoluzione
Questo strumento prese la forma di un’indagine apparentemente oggettiva, destinata a cambiare per sempre il volto della medicina americana e mondiale.
4.1. La Missione di Abraham Flexner
Per realizzare il loro piano, tramite la Carnegie Foundation, fu assunto un uomo di nome Abraham Flexner. Il suo incarico era quello di viaggiare per il paese per redigere un rapporto dettagliato sullo stato di 155 scuole mediche e ospedali, da presentare al Congresso nel 1910. Sebbene Flexner fosse l’autore, il progetto era sostenuto da enormi interessi finanziari. I principali finanziatori del rapporto furono:
• Fondazione Carnegie
• J.P. Morgan
• La stessa AMA (American Medical Association)
4.2. L’Obiettivo Dichiarato vs. L’Obiettivo Reale
Il rapporto fu presentato come un’iniziativa per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, ma secondo l’analisi della fonte, i suoi veri obiettivi erano ben diversi.
| Scopo Dichiarato | Scopo Reale (secondo la fonte) |
| Rinnovare e centralizzare le istituzioni mediche del paese. | Impostare un sistema standardizzato di medicina per unificare la pratica sotto un unico controllo. |
| Valutare i metodi di insegnamento per migliorare la qualità. | Eliminare ogni concorrenza alla medicina basata su farmaci brevettabili. |
Le conseguenze di questo rapporto non si fecero attendere e furono immediate, drastiche e irreversibili.
5. L’Impatto: Creare un Nuovo Ordine Medico
La pubblicazione del Rapporto Flexner nel 1910 innescò una serie di cambiamenti che ridisegnarono completamente il sistema sanitario.
5.1. La Grande Epurazione delle Scuole Mediche
L’impatto più devastante fu la chiusura di centinaia di istituti. Sulla base delle raccomandazioni del rapporto, presentate come un imperativo scientifico, più della metà di tutti i college medici furono costretti a chiudere. La riduzione fu drastica:
• Numero iniziale: Circa 650 facoltà di medicina.
• Dopo il Rapporto: Solo 50 facoltà di medicina.
Le scuole che insegnavano omeopatia, fitoterapia e altre forme di medicina naturale furono pubblicamente derise, demonizzate come “non scientifiche” e, private di legittimità e fondi, costrette a cessare le loro attività. La repressione fu tale che i dottori che continuavano a praticarle furono persino incarcerati.
5.2. Il Potere del Denaro: Finanziamenti Selettivi
Per accelerare la transizione, Rockefeller, Carnegie e J.P. Morgan usarono il loro immenso potere finanziario. Dagli enormi forzieri dei tre magnati uscirono centinaia di milioni di dollari (la sola donazione di Rockefeller ammontava a oltre 100 milioni di dollari) destinati esclusivamente a quei college e ospedali che si allineavano al nuovo modello, adottando un insegnamento rigorosamente basato sull’uso di farmaci di sintesi chimica.
• Università prestigiose come Yale, Princeton e Stanford ricevettero milioni di dollari per adeguare i loro programmi.
• Le scuole che insistevano nell’insegnare approcci diversi finirono per chiudere per mancanza di fondi e di iscrizioni.
Per gestire questo flusso di denaro e dare un’immagine filantropica all’operazione, Rockefeller fondò un gruppo di facciata chiamato “General Education Board”.
Questa trasformazione non si limitò a cambiare le istituzioni, ma plasmò per sempre la filosofia stessa della pratica medica e la mente dei futuri dottori.
6. L’Eredità Duratura del Rapporto Flexner
Gli eventi di un secolo fa hanno lasciato un’impronta profonda, le cui conseguenze sono ancora visibili nel sistema sanitario attuale.
6.1. La Nascita del Dogma: “Una Pillola per un Malato”
Il risultato della riforma fu la completa omogeneizzazione dell’istruzione medica. Tutte le università mediche rimaste iniziarono a insegnare la stessa cosa: una medicina focalizzata quasi esclusivamente sull’uso di farmaci brevettati per trattare i sintomi delle malattie. Di conseguenza, intere generazioni di medici sono state formate senza alcuna conoscenza dei benefici della nutrizione, delle erbe o di qualsiasi altra pratica olistica, considerate ormai obsolete e antiscientifiche.
Il nuovo paradigma della ricerca scientifica divenne esplicito: gli scienziati ricevettero enormi sovvenzioni per studiare le piante medicinali, ma con uno scopo preciso. L’obiettivo non era validare il rimedio naturale, bensì “identificare quali sostanze chimiche nella pianta erano efficaci, quindi ricreare una sostanza chimica simile, ma non identica, in laboratorio, che potesse essere brevettata.” Questo modello ha di fatto inaugurato l’era della farmacologia sintetica.
Questo nuovo dogma medico fu cristallizzato nel mantra:
“Una pillola per un malato”
6.2. Le Fondamenta di “Big Pharma”
Questo processo ha trasformato la medicina in un “meccanismo per la generazione di profitto”, gettando le fondamenta dell’odierna industria farmaceutica. Il sistema creato, fondato da “oligarchi e plutocrati”, si concentra sulla gestione dei sintomi per creare “clienti abituali”, piuttosto che sulla cura delle cause profonde delle malattie. Come esempio finale di questa influenza, la stessa American Cancer Society fu fondata da John D. Rockefeller nel 1913.
Con questo quadro, è possibile trarre le somme finali sull’importanza di questo evento storico.
7. Conclusione: Un Cambiamento Epocale
Il Rapporto Flexner del 1910 non fu un semplice studio accademico volto a migliorare la sanità, ma uno strumento strategico, finanziato da potenti interessi industriali, per ristrutturare un intero settore a proprio vantaggio. Questa operazione ha deliberatamente sostituito un sistema medico diversificato e ricco di approcci con un monopolio centralizzato, basato su prodotti chimici brevettabili e altamente redditizi. Questa trasformazione, orchestrata oltre un secolo fa, ha definito la traiettoria della medicina occidentale, creando il modello dominato dall’industria farmaceutica che ancora oggi conosciamo.
La Trasformazione Rockefeller del Settore Medico Americano
1.0 Introduzione: Il Contesto Medico Americano all’Inizio del XX Secolo
Per comprendere la portata e la natura radicale della trasformazione industriale guidata da John D. Rockefeller, è fondamentale analizzare il panorama medico esistente negli Stati Uniti all’alba del XX secolo. Questo capitolo delinea il punto di partenza: un sistema sanitario decentralizzato, eterogeneo e profondamente radicato in tradizioni olistiche, che rappresentava un ostacolo diretto al modello centralizzato e basato sulla chimica che Rockefeller intendeva imporre.
Prima del suo intervento, la scena medica americana era caratterizzata dalla coesistenza di molteplici approcci terapeutici. Le medicine naturali e a base di erbe godevano di un’enorme popolarità, non come “alternative”, ma come pilastri della pratica medica corrente. Questo modello si fondava su una ricca sintesi di conoscenze tradizionali europee e saperi dei nativi americani, rappresentando un sistema di cura consolidato e ampiamente accettato.
La prevalenza di questo approccio era tutt’altro che marginale. Le fonti indicano che quasi la metà dei medici e dei college di medicina negli Stati Uniti praticava e insegnava approcci olistici. Questa vitalità si rifletteva in una notevole diversità istituzionale: il paese ospitava oltre 650 scuole di medicina, ognuna delle quali rappresentava una specifica corrente di pensiero e pratica, tra cui spiccavano l’omeopatia, la chiropratica, l’osteopatia e la fitoterapia.
Questo ecosistema medico, ricco e diversificato, rappresentava al tempo stesso una sfida e un’opportunità per le ambizioni monopolistiche di John D. Rockefeller. La sua frammentazione lo rendeva vulnerabile, mentre la sua popolarità lo identificava come il principale ostacolo strategico da neutralizzare per imporre un nuovo paradigma industriale.
2.0 L’Opportunità Strategica: La Convergenza tra Petrolio e Farmaceutica
L’innovazione tecnologica che rese possibile la visione di Rockefeller fu la scoperta dei prodotti petrolchimici all’inizio del ‘900. Questa svolta scientifica creò un’opportunità strategica senza precedenti: unire gli interessi apparentemente distinti dell’industria petrolifera, chimica e medica sotto un unico, formidabile controllo monopolistico. La capacità di derivare sostanze chimiche dal petrolio fu la chiave di volta per un nuovo e redditizio modello di business.
All’apice del suo potere, all’inizio del XX secolo, John D. Rockefeller deteneva una posizione di dominio assoluto nel settore petrolifero. Attraverso la sua Standard Oil, controllava il 90% di tutte le raffinerie di petrolio statunitensi. Questo impero industriale, successivamente smantellato in giganti come Chevron, Exxon e Mobil, gli forniva le risorse e la base industriale necessarie per la sua successiva espansione.
La svolta avvenne quando gli scienziati scoprirono i “prodotti petrolchimici”, dimostrando la possibilità di creare un’infinita varietà di sostanze chimiche, incluse vitamine e farmaci, partendo dal petrolio. Rockefeller comprese immediatamente il potenziale di questa scoperta per monopolizzare contemporaneamente tre settori chiave: quello petrolifero, quello chimico e quello medico.
Il vantaggio economico cruciale dei farmaci derivati dal petrolio risiedeva in una singola caratteristica: la brevettabilità. A differenza delle erbe e dei rimedi naturali, che non potevano essere brevettati, le nuove molecole chimiche potevano essere protette da brevetto e vendute a profitti elevati. Le medicine naturali, estremamente popolari all’epoca, non solo erano un’alternativa terapeutica, ma costituivano un ostacolo competitivo diretto e invalicabile per il modello di business basato sui brevetti.
L’identificazione di questa straordinaria opportunità economica rese evidente la necessità strategica di eliminare la concorrenza. Per capitalizzare appieno il potenziale dei farmaci brevettabili, era indispensabile screditare e smantellare l’intero sistema medico olistico esistente.
3.0 L’Architettura della Trasformazione: Il Rapporto Flexner come Leva Strategica
Per capitalizzare sull’opportunità offerta dai farmaci brevettabili, non era sufficiente introdurre nuovi prodotti; era necessario un piano sistematico per demolire il sistema medico concorrente e legittimare un nuovo standard. Lo strumento centrale di questa strategia fu un documento apparentemente accademico e imparziale: il “Rapporto Flexner”, concepito come la leva per scardinare l’ordine esistente.
Per orchestrare questa trasformazione, John D. Rockefeller si avvalse della collaborazione di Andrew Carnegie, un altro magnate che aveva costruito la sua fortuna monopolizzando l’industria siderurgica. Insieme, adottarono la classica strategia del “problema-reazione-soluzione”: fabbricare un problema percepito (la caotica e “antiscientifica” mancanza di standard nella formazione medica), generare una reazione di allarme pubblico e istituzionale attraverso un rapporto autorevole, e infine offrire la soluzione pre-pianificata che allineasse il settore ai propri interessi monopolistici.
Il piano fu messo in atto incaricando Abraham Flexner, per conto della prestigiosa Carnegie Foundation, di redigere un rapporto completo sullo stato delle scuole mediche e degli ospedali americani. Sebbene la Carnegie Foundation fosse il promotore principale, il progetto fu finanziato da una cordata di interessi convergenti che includeva la stessa American Medical Association (AMA) e il banchiere JP Morgan. Flexner viaggiò per il paese valutando 155 istituti medici, ma il suo mandato non era di osservazione imparziale, bensì di gettare le basi per un sistema medico standardizzato e preordinato secondo la visione dei suoi finanziatori.
Il Rapporto Flexner, pubblicato nel 1910, aveva un duplice obiettivo. Ufficialmente, il suo fine dichiarato era quello di “rinnovare e centralizzare le istituzioni mediche”. In realtà, il suo scopo strategico era imporre un unico sistema medico unificato, controllato dai suoi finanziatori. Questo modello proponeva farmaci e radiazioni come unici trattamenti validi, eliminando di fatto ogni forma di concorrenza alla nascente industria farmaceutica. Le raccomandazioni del rapporto divennero il pretesto per un’aggressiva campagna di ristrutturazione del settore, implementata attraverso un uso mirato di incentivi finanziari e pressioni istituzionali.
4.0 Esecuzione del Piano: Leve Finanziarie e Controllo dell’Istruzione
L’implementazione delle conclusioni del Rapporto Flexner avvenne attraverso un’operazione di capital deployment strategico, dove il capitale filantropico è stato utilizzato come leva per il market shaping (rimodellamento del mercato). Questo approccio, che combinava incentivi e penalizzazioni, permise di rimodellare l’intero sistema educativo in meno di un decennio.
La componente “carota” della strategia consisteva in massicce iniezioni di capitale nelle istituzioni che si allineavano al nuovo paradigma.
• Rockefeller donò oltre 100 milioni di dollari a college e ospedali, una cifra astronomica per l’epoca.
• Questi fondi non erano incondizionati: venivano concessi solo alle scuole che si impegnavano ad adottare un insegnamento esclusivamente orientato all’impiego di farmaci.
• Per gestire queste operazioni, Rockefeller fondò un gruppo di facciata filantropico, il “General Education Board”, che fungeva da veicolo per le donazioni strategiche.
• Università prestigiose come Yale, Princeton e Stanford ricevettero milioni di dollari per aver adeguato i loro curricula, diventando i modelli del nuovo sistema formativo.
Per le istituzioni che si rifiutarono di conformarsi, il “bastone” si manifestò con conseguenze devastanti.
• Sulla base delle raccomandazioni del rapporto, più della metà dei college medici esistenti fu costretta a chiudere. Il numero di facoltà di medicina crollò drasticamente da oltre 650 a sole 50.
• Le scuole che insegnavano omeopatia, fitoterapia e altre discipline naturali furono sistematicamente derise, demonizzate e private di ogni finanziamento. Questa pressione finanziaria, unita alla delegittimazione pubblica, le portò inevitabilmente alla chiusura. I medici che persistevano in queste pratiche furono persino incarcerati.
L’esito finale di questa fase fu un trasferimento di potere definitivo: l’AMA, ora allineata con gli interessi industriali, assunse il controllo totale sulla certificazione e l’accreditamento, creando un monopolio sulla formazione medica. Da quel momento, l’educazione dei futuri dottori fu interamente basata sul modello petrolchimico e sulla logica riduzionista di “una pillola per un malato”. Questa radicale ristrutturazione gettò le fondamenta per la nascita di una nuova e potente industria.
5.0 Risultati e Impatto a Lungo Termine: La Nascita di “Big Pharma”
Questo riorientamento della ricerca non fu un’evoluzione scientifica casuale, ma la diretta conseguenza logica del modello di business basato sui brevetti descritto in precedenza. Per sostenere un’industria fondata sulla proprietà intellettuale, era imperativo smantellare un approccio—quello olistico—che per sua natura non poteva essere brevettato. Gli scienziati iniziarono a ricevere enormi sovvenzioni non per studiare l’efficacia curativa delle piante, ma per identificare i loro singoli principi attivi. L’obiettivo era creare in laboratorio una sostanza chimica simile, ma non identica, che potesse essere brevettata, trasformando la ricerca da un’esplorazione della guarigione a una caccia alla proprietà intellettuale.
Di conseguenza, il modello di business della sanità subì una profonda trasformazione. Il nuovo sistema si è concentrato sul trattamento dei sintomi piuttosto che sulla cura delle malattie, un modello progettato per creare non pazienti guariti, ma “clienti abituali” dipendenti da soluzioni brevettate. Questo approccio trasformava la medicina in un “meccanismo per la generazione di profitto”, dove la salute diventava un mercato e il paziente un consumatore a vita.
Conseguenze Strutturali della Trasformazione
• Standardizzazione del Capitale Umano Medico: La formazione medica fu omogeneizzata, cancellando dai curricula la conoscenza dei benefici della nutrizione, delle erbe e delle pratiche olistiche. Questo ha prodotto generazioni di medici con una visione della salute limitata all’uso di farmaci brevettati.
• Creazione di un Mercato Farmaceutico Captive: Fu creato un sistema in cui la società è “schiavizzata dalle corporazioni per il suo benessere”. Questa dipendenza strutturale diede origine a un’industria multimiliardaria oggi nota a tutti come “Big Pharma”.
• Consolidamento Istituzionale del Paradigma: Per cementare questo nuovo ordine, Rockefeller stesso fondò la American Cancer Society nel 1913, istituzionalizzando l’approccio farmacologico anche nella lotta contro il cancro e assicurando il controllo ideologico e finanziario sulle future direzioni della ricerca.
Questa trasformazione industriale può essere vista come un caso paradigmatico di ingegneria sociale, in cui un intero settore è stato metodicamente riprogettato per servire interessi commerciali specifici.
6.0 Conclusione: La Filantropia come Strumento di Ingegneria Sociale e Industriale
Questo studio di caso dimostra come John D. Rockefeller, in alleanza strategica con Andrew Carnegie, abbia utilizzato la propria smisurata influenza economica e leve filantropiche per smantellare un sistema medico diversificato e sostituirlo con un monopolio centralizzato, fondato su farmaci brevettabili derivati dal petrolio e allineato ai propri interessi industriali. L’operazione, mascherata da riforma per il bene pubblico, rappresenta uno degli esempi più efficaci di ristrutturazione industriale del XX secolo.
Il ruolo della “filantropia” in questo processo merita un’analisi particolare. Il modello della Rockefeller Foundation, ideato da Frederick Taylor Gates, si rivelò uno strumento geniale per attuare le politiche desiderate dai suoi finanziatori, operando in un regime di esenzione fiscale che trasformava di fatto il mancato gettito statale in un sussidio indiretto per la promozione dei propri interessi industriali sotto la veste della beneficenza. Questa forma di “ingegneria sociale” ha permesso di imporre una visione ai governi e alla società, perseguendo obiettivi economici e di controllo a lungo termine.
In conclusione, la trasformazione del settore medico americano non rappresenta solo un episodio di acume imprenditoriale. È un modello paradigmatico di come un potere economico altamente concentrato possa deliberatamente ristrutturare interi settori della società per allinearli ai propri interessi commerciali. Questo modello—screditamento della concorrenza tramite standard apparentemente oggettivi, cattura del sistema educativo tramite incentivi finanziari e istituzionalizzazione del nuovo paradigma attraverso enti “indipendenti”—è diventato un archetipo della ristrutturazione industriale nel secolo successivo.
La Monopolizzazione dell’Industria Medica da parte di Rockefeller all’Inizio del XX Secolo
1.0 Introduzione: Il Contesto di un’Epoca di Trasformazione
A cavallo tra il XIX e il XX secolo, gli Stati Uniti si trovavano in un’epoca di profonde contraddizioni e rapide trasformazioni. Da un lato, l’industria petrolifera, sotto la guida di figure monopolistiche, stava consolidando un potere economico senza precedenti. Dall’altro, il panorama medico era caratterizzato da una notevole diversità, in cui le pratiche basate su rimedi naturali e approcci olistici, derivanti dalle tradizioni europee e dei nativi americani, erano non solo diffuse, ma costituivano una componente legittima e maggioritaria del sistema sanitario. Questa relazione investigativa analizza le tesi, prominentemente articulate da saggisti come Chris Kanthan, secondo cui furono messe in atto strategie deliberate e sistemiche per soppiantare questo modello medico diversificato con un paradigma standardizzato e centralizzato, gettando le fondamenta per l’odierna industria farmaceutica. In questo scenario di profonde trasformazioni, la figura di John D. Rockefeller emerge come catalizzatore di un cambiamento epocale, in cui i suoi interessi industriali trovarono una convergenza strategica con le nuove scoperte scientifiche, in particolare nel campo della petrolchimica.
2.0 La Convergenza Strategica: Petrolio, Petrolchimica e Potenziale di Mercato
La scoperta scientifica dei “prodotti petrolchimici” intorno al 1900 rappresentò un punto di svolta strategico. Questa innovazione aprì la possibilità di creare una vasta gamma di sostanze chimiche direttamente dal petrolio, offrendo a John D. Rockefeller un’opportunità senza precedenti di espandere il suo impero ben oltre il settore energetico. Egli intravide la possibilità di monopolizzare simultaneamente tre settori chiave dell’economia moderna: quello petrolifero, quello chimico e quello medico, creando un sistema integrato di produzione e profitto.
All’inizio del XX secolo, la posizione di Rockefeller era già dominante. Attraverso la sua compagnia, la Standard Oil, egli controllava il 90% di tutte le raffinerie di petrolio negli Stati Uniti. Questo impero industriale si sarebbe poi frammentato in colossi ancora oggi noti, come Chevron, Exxon e Mobil.
Il vantaggio economico fondamentale offerto dai prodotti petrolchimici risiedeva nella loro natura sintetica. A differenza dei rimedi naturali, le nuove sostanze chimiche create in laboratorio potevano essere brevettate. Questo permetteva di venderle a prezzi elevati, garantendo profitti monopolistici e un controllo totale sul mercato. Tale modello di business era intrinsecamente in conflitto con le cure naturali a base di erbe, che, non essendo brevettabili, rappresentavano un ostacolo alla massimizzazione dei profitti e una concorrenza diretta al nuovo paradigma industriale.
Tuttavia, un ostacolo significativo si frapponeva tra la visione di Rockefeller e la sua completa realizzazione: la profonda radicazione e la legittimità della medicina naturale e olistica nella società americana.
3.0 L’Ostacolo: La Medicina Olistica e la Strategia per la sua Eliminazione
Prima dell’intervento orchestrato da Rockefeller, il panorama medico statunitense era pluralistico e competitivo. Le medicine naturali e a base di erbe godevano di grande popolarità e legittimità. Si stima che quasi la metà dei medici e dei college di medicina praticasse la medicina olistica, attingendo a un vasto bagaglio di conoscenze europee e dei nativi americani. Esistevano oltre 650 facoltà mediche che insegnavano un’ampia gamma di approcci, tra cui l’omeopatia, la chiropratica, l’osteopatia e la fitoterapia.
Per superare questa radicata concorrenza, Rockefeller concepì una strategia basata sul classico approccio “problema-reazione-soluzione”. Questa tattica prevede di identificare o creare un “problema” – in questo caso, un sistema medico dipinto come caotico, inconsistente e non scientifico – per generare una reazione pubblica di paura e incertezza, al fine di presentare una “soluzione” pre-pianificata: un modello medico standardizzato, centralizzato e controllato.
Per l’ideazione di questo piano, Rockefeller si avvalse della collaborazione di Andrew Carnegie, un altro magnate che aveva costruito la sua fortuna monopolizzando l’industria siderurgica. L’alleanza con Carnegie non fu casuale, ma una mossa strategica che univa il capitale del petrolio a quello dell’acciaio, creando una forza finanziaria e politica in grado di rimodellare un intero settore nazionale. Lo strumento identificato per attuare questa strategia e dare una parvenza di legittimità scientifica al piano fu un rapporto commissionato ad hoc: il Rapporto Flexner.
4.0 Il Rapporto Flexner: L’Arma per la Ristrutturazione della Medicina
Il Rapporto Flexner del 1910 fu il perno della strategia di Rockefeller e Carnegie. Lungi dall’essere una valutazione oggettiva e imparziale dello stato dell’educazione medica, fu concepito come un’arma per demolire la concorrenza. Il suo scopo era imporre un modello medico unico, standardizzato e controllabile, fondato sull’idea che farmaci e radiazioni fossero gli unici trattamenti scientificamente validi, escludendo ogni altra forma di cura.
4.1 Mandato, Finanziatori e Obiettivo Reale
L’uomo incaricato dalla Carnegie Foundation di redigere il documento fu Abraham Flexner. Nel corso del suo mandato, Flexner valutò i vari metodi di insegnamento utilizzati in ciascuna delle 155 scuole da lui studiate. Il rapporto fu finanziato da una potente coalizione di interessi economici e professionali che ne predeterminò le conclusioni. Tra i finanziatori figuravano:
• La Carnegie Foundation
• Il banchiere J.P. Morgan
• La stessa American Medical Association (AMA)
La partecipazione della stessa AMA come finanziatore rivela un palese conflitto di interessi, indicando che l’organo di rappresentanza professionale era allineato con gli interessi monopolistici per eliminare la concorrenza interna e consolidare il proprio potere. L’obiettivo non dichiarato del rapporto non era semplicemente valutare il sistema esistente, ma, come indicato dalle fonti, “impostare e preordinare il sistema standardizzato di medicina” desiderato dai suoi finanziatori. Lo scopo finale era unificare l’intera professione medica sotto un unico sistema, controllato dai loro interessi industriali e finanziari.
4.2 L’Impatto: Chiusura delle Scuole e Demonizzazione delle Alternative
L’impatto del Rapporto Flexner fu immediato e devastante per la pluralità del sistema educativo medico. I dati illustrano una contrazione drammatica e una forzata omogeneizzazione del settore.
| Indicatore | Prima del Rapporto Flexner | Dopo il Rapporto Flexner |
| Numero Facoltà Mediche | Oltre 650 | 50 |
| Approcci Insegnati | Diversificati (Omeopatia, Fitoterapia, ecc.) | Standardizzati e Omogeneizzati |
Sulla base delle raccomandazioni del rapporto, più della metà di tutti i college medici esistenti fu costretta a chiudere. Le discipline come l’omeopatia e le medicine naturali furono attivamente “derise e demonizzate” a livello pubblico e accademico. La repressione arrivò al punto che i medici che continuavano a praticare questi approcci furono persino incarcerati.
In questo nuovo scenario, l’AMA assunse il controllo totale del sistema didattico, eliminando di fatto ogni concorrenza al modello medico basato sulla petrolchimica e preparando il terreno per la fase successiva del consolidamento monopolistico.
5.0 Il Consolidamento del Monopolo: Leve Finanziarie e Ingegneria Sociale
Per finalizzare la transizione e assicurare l’adozione universale del nuovo modello medico, fu impiegata una duplice tattica, definibile come “del bastone e della carota”. Il Rapporto Flexner aveva rappresentato il “bastone”, demolendo la struttura esistente. La “carota” fu costituita da massicci finanziamenti strategici, mascherati da atti filantropici.
Rockefeller utilizzò la filantropia come un potente strumento di ingegneria sociale. Dagli enormi forzieri di Carnegie, Rockefeller e JP Morgan, uscirono centinaia di milioni di dollari per le scuole e gli ospedali. Rockefeller, da solo, donò oltre 100 milioni di dollari (una cifra astronomica per l’epoca) e fondò il “General Education Board”, un gruppo di facciata per gestire e indirizzare questi fondi.
Questi finanziamenti erano vincolati a condizioni precise e non negoziabili. Scuole prestigiose come Yale, Princeton e Stanford ricevettero milioni di dollari a condizione di ristrutturare i loro curricula per insegnare esclusivamente materie orientate all’uso di farmaci brevettabili. Qualsiasi insegnamento relativo ai benefici della nutrizione o della medicina naturale doveva essere eliminato. Le scuole che non si conformavano a queste direttive, private di fondi e di legittimità istituzionale, finirono per chiudere a causa della mancanza di iscrizioni e di risorse.
Anche la ricerca scientifica fu reindirizzata. Gli scienziati ricevevano ingenti sovvenzioni non per studiare l’uso terapeutico delle piante, ma per un obiettivo diverso: identificare i principi attivi efficaci al loro interno per poi ricreare in laboratorio una sostanza chimica simile, ma non identica. Questa lieve alterazione era cruciale, poiché rendeva la nuova molecola brevettabile, trasformando un rimedio naturale in un prodotto industriale ad alto profitto. Questa nuova direzione della ricerca non era un’evoluzione scientifica, ma una necessità economica del modello brevettuale. La natura stessa era declassata da fonte di cura a mero catalogo di molecole da replicare e privatizzare. In pochi decenni, la salute mondiale cadde “nelle mani dell’élite”, ponendo le basi per il paradigma medico che domina ancora oggi.
6.0 Conclusioni: L’Eredità del Modello Rockefeller e la Nascita di “Big Pharma”
La trasformazione orchestrata da John D. Rockefeller all’inizio del XX secolo ha plasmato in modo indelebile la medicina moderna, portando alla sua omogeneizzazione globale e alla centralità dei farmaci brevettati come principale strumento terapeutico. Questo processo ha istituito un nuovo paradigma medico la cui architettura poggia su quattro pilastri strategici, progettati per garantire la perpetuità del profitto:
• Mantra “Una pillola per un malato”: L’approccio riduzionista che si concentra sulla gestione dei singoli sintomi attraverso farmaci specifici, spesso trascurando le cause profonde della malattia.
• Focus sulla “Cura dei malati” e non sulla salute: Un sistema orientato non alla guarigione definitiva, ma alla gestione cronica delle patologie, creando di fatto “clienti abituali” piuttosto che promuovere il benessere e la prevenzione.
• Formazione medica standardizzata: La creazione di intere generazioni di medici con una formazione omogenea, spesso con scarse o nulle conoscenze sui benefici della nutrizione, delle erbe medicinali e delle pratiche olistiche.
• Società asservita alle corporazioni: Una dipendenza strutturale della popolazione da un’industria farmaceutica per il mantenimento del proprio benessere, con un conseguente trasferimento di potere e risorse dai singoli alle grandi corporazioni.
A riprova della profondità del suo coinvolgimento nel nuovo sistema sanitario, fu lo stesso Rockefeller a fondare, nel 1913, l’American Cancer Society.
In conclusione, l’analisi storico-economica suggerisce che il sistema medico moderno, così come si è strutturato nel XX secolo, non è stato fondato primariamente da medici con l’obiettivo della cura, ma da “oligarchi e plutocrati” con l’obiettivo strategico del profitto e del controllo monopolistico, un’eredità che continua a influenzare profondamente il settore sanitario globale.



